Nella Trieste in cui per piu’ settimane consecutive la cittadinanza si è riversata in piazza per dire no al Greenpass  e dove i portuali del Clpt decisero in un indimenticabile e partecipata assemblea di bloccare il porto ci sono arrivata da  Iglesias in Sardegna dove attualmente vivo, piena di voglia di partecipare a un dissenso e ad una protesta sociale che dove abito non trovava e non ha voce. Dopo un lunghissimo viaggio tra traghetto e autostrada sono giunta a Trieste per la manifestazione del 22 ottobre 2021 quella revocata all’ultimo tuffo per prevenire eventuali infiltrazioni che avrebbero screditato lo spirito pacifico che aveva caratterrizzato non solo le mobilitazioni cittadine che si erano susseguite ma anche l’increscioso sgombero del varco  IV al porto.

Talvolta si mangiano chilometri senza muoversi di un metro altre si realizza che  un dato luogo  una determinata comunità di persone sono sempre state dentro il proprio essere come un pensiero il cui inizio sfuma in quello che lo precede.

Insomma partita il 21 mattina dal Sud Sardegna imbarcata a Olbia  e sbarcata a Livorno in serata arrivo a Trieste all’alba del mattino seguente rallentata da una fitta nebbia tra Rovigo e Pordenone, raggiungo il bed and breakfast che dopo un giorno grazie all’ incredibile ospitalità dei proprietari diverrà casa, quel tanto che basta per rimettere in ordine la propria persona e i propri intenti e raggiungo Piazza Grande per i Triestini si chiama così ..ed è così, per chi inizia la conquista dal cambio nome e si dimentica dell’increscioso passaggio è comunemente chiamata Piazza Unità.

Si inanellano una serie di circostanze incredibili per chi crede al caso e alle coincidenze, aspettate e volute per coloro che nel vivere hanno sviluppato la consapevolezza che c’è un posto preciso per ognuno che non puo’ essere vissuto da nessun altro. Così conosco il gruppo di Portuali di Genova Voltri che erano venuti a sostenere i colleghi triestini e il giorno dopo Stefano, Paolo, Enrico, Andrea, Mario, Marco e molti altri.

Tante idee e voglia di fare di comunicare affinità ideologiche e umane che in un attimo polverizzarono la fatica e i chilometri mangiati bevuti e prima ancora sognati. Così a Trieste dove così fortemente si respirano i Balcani dove ci sente spesso all’incrocio di sguardi veloci ho ritrovato nella compagnia dei Portuali conosciuti di fronte a una buona malvasia e una grappa bevuta tutta d’un fiato quella schiettezza e aderenza alla realtà che nell’ultimo anno era stata stravolta da idiozie quali il distanziamento sociale, rigurgitata e assorbita nel silenzio di un terrorismo mediatico che prima di minare i rapporti ha destabilizzato l’individuo…ecco a Trieste grazie a quello che queste persone sono e hanno portato e condiviso di sé tutto questo è stato per un tempo smisuratamente grande anche se breve annientato.

 

By Samantha Giusti