La pop star che organizza concerti sulle spiagge è tornata, più green che mai.
Talmente “green” che a Marina di Ravenna 65 metri lineari di piante di tamerici sono state rase al suolo per il nuovo evento più “cool” dell’estate.
Vegetariano per sentimento, ambientalista per vocazione, filantropo per nascita, l’eterno Jovanotto d’Italia, si dice inorridito dagli allevamenti intensivi: “gli animali li conosciamo, sanno essere affettuosi, interagiscono con noi”.
Questo solo se li vedi morti nel piatto, aggiungo io. Se li tormenti con le tue lagne, distruggi i loro habitat, radi al suolo le loro case, inquini le loro acque, allora va bene.
A quel punto meriti un premio il “green-issimo”, dove il superlativo assoluto si pone a corona del signore dell’ecologia di facciata, sempre più in voga tra i ricchissimi.
Ma il Jova Beach Party non è solo una tournée, è – per usare la neolingua dei fighissimi – il “must” di un “frame” che viene riproposto immortale: il plastico capitale nella sua forma più perniciosa e camaleontica.
Non solo spiagge ma anche montagne, luoghi fragili, i quali seppur già provati dall’azione antropica, sopravvivono in delicati ecosistemi.
Tutto a disposizione ma non basta. Jovanotti non si accontenta di mostrare la sua potenza economica a scapito di ognuno noi e dell’ambiente che ci ospita, lui vuole dare una veste pedagogica, un insegnamento alla marmaglia incivile che assisterà all’evento. Una lezione di civiltà in cui mentre scarica rifiuti pubblicizza il contrasto alla produzione dei rifiuti, intanto che brutalizza i mari, dal palco, pontifica la tutela di questi, nel frattempo che agisce da arrogante invasore predica benevolenza verso le altre forme di vita.
Ciò a voler sfoggiare ancora una volta la differenza tra il Poveretto che si reca con 40 gradi all’ombra, a battere le mani e strapparsi le vesti, pagando un biglietto, e la MegaSuperStar, piena zeppa di capitale, autorizzata a deturpare tutto ciò che serve per accrescere ulteriormente la propria ricchezza; questo senza che alcuno dei presenti si senta scosso, senza che si svegli dal sonno della ragione, schiaffeggiato dalle sue offese, accorgendosi, per pura grazia, di essere nel posto sbagliato.
Tornerà a casa il Poveretto stordito dell’ebbrezza, impoverito nella propria anima, allontanato dalla sua più profonda natura, con le mani sporche del sangue di tutte le creature viventi sacrificate sull’altare del falso divertimento, e la coscienza intrisa di ipocrisia e pietismo, trasfusa direttamente dal guru Lorenzo, l’angelico Cherubin-i.
Poi se a questo capitalismo associ il marchio WWF, il gioco è fatto.
Benedizione sia.
Andate in pace!